Le nuove frontiere della sostenibilità: il rating ESG

Le nuove frontiere della sostenibilità: il rating ESG

4 Luglio 2022 GRC News 0
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I rating ambientali, sociali e di governance e, più in generale, la sostenibilità rappresentano una componente fondamentale della rinnovata strategia di finanza sostenibile adottata nel luglio del 2021 dalla Commissione europea.  

Rispetto alla tradizionale filosofia dei rating di credito, che esprimono un’opinion circa l’affidabilità creditizia delle imprese o degli strumenti finanziari oggetto di emissione, attraverso la formulazione di un parere sul rischio di insolvenza, i rating ESG valutano l’impatto dei fattori ambientali, sociali e di governance sull’impresa e l’impatto di un’impresa sull’ambiente esterno.  

Come noto, nei mesi scorsi la Commissione europea ha aperto un’indagine sull’utilizzo dei rating ESG nel mercato e sull’utilizzo dei fattori di sostenibilità nelle agenzie di rating. L’obiettivo è quello di identificare possibili carenze e valutare un maggiore intervento legislativo.  

L’indagine mira ad approfondire il funzionamento dei rating ESG e le logiche con cui le Credit Rating Agency (CRA) incorporano i rischi ESG nelle loro valutazioni del merito creditizio. Le risposte dei partecipanti al mercato confluiranno in una valutazione d’impatto che determinerà l’eventuale necessità di un’iniziativa politica sui rating ESG e sui fattori di sostenibilità nei rating del credito. 

Più specificamente l’indagine chiede ai partecipanti al mercato e agli amministratori di benchmark informazioni su diversi aspetti, tra cui: 

  • le modalità di utilizzo dei rating ESG: la tipologia di rating utilizzata, se aggregata o per pilastri, la circostanza che siano acquistati all’esterno o che siano sviluppate metodologie interne, etc.; 
  • le previsioni in merito alla dinamica dell’offerta e della domanda di rating ESG, con il dettaglio dei key factor che possono favorire la crescita; 
  • ulteriori aspetti utili per l’analisi dei fattori ESG (tra cui le strategie di esclusione e i criteri di valutazione qualitativa); 
  • il grado di fiducia dei partecipanti al mercato e le criticità rilevate; 
  • il grado di correlazione tra i rating ESG forniti dai provider e le commissioni pagate per la fornitura dei relativi servizi; 
  • l’eventuale richiesta di un intervento legislativo specifico

L’indagine in parola rientra in un’azione concertata a livello europeo, finalizzata al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo, con lo scopo di migliorare la qualità delle informazioni su cui si basano gli investitori, le imprese e le altre parti interessate e che assumono decisioni con un impatto sulla transizione verso un’economia sostenibile. Da questo punto di vista: 

  • a gennaio 2021 sempre la Commissione europea ha pubblicato uno studio sui rating ESG, con cui ha accertato alcuni limiti nella loro applicazione rappresentati principalmente da:  
    • la mancanza di trasparenza nelle fonti di informazione e nei metodi di calcolo; 
    • la mancanza di comparabilità e di affidabilità delle valutazioni; 
    • la presenza di conflitti di interesse con altre attività dei data provider. 
  • a marzo 2021 l’ESMA ha pubblicato un documento di consultazione con cui ha evidenziato la necessità di assoggettare i fornitori di dati ESG a un regime di vigilanza
  • nella stessa direzione va letta la risposta dell’European Banking Federation (Ebf) dell’11 marzo 2022 alla consultazione dell’ESMA lanciata il 2 febbraio 2022, intitolata “Call for evidence on market characteristics for Esg rating providers in the Eu”, la cui raccolta dei feedback è terminata l’11 marzo scorso; 
  • Infine, il 27 giugno 2022 l’ESMA ha pubblicato i risultati della Call for Evidence lanciata il 3 febbraio scorso per raccogliere informazioni sulla struttura del mercato per i fornitori di rating ESG nell’Unione europea. L’Autorità ha ricevuto complessivamente 154 risposte e ha individuato 59 fornitori di rating ESG attualmente attivi nell’UE. L’analisi delle risposte ha inoltre indicato diverse caratteristiche e tendenze tra cui: 
    • la struttura del mercato è caratterizzata da un numero limitato di fornitori extra UE di grandi dimensioni e da un maggior numero di provider UE significativamente più piccoli; 
    • gli utenti dei rating ESG tipicamente selezionano più fornitori per i rating ESG con la finalità di aumentare la copertura, per classe di attività o posizionamento geografico, o per ricevere valutazioni ESG di diversa natura: in questo senso, gli utenti hanno lamentato la mancanza di copertura di alcuni specifici settori o di alcune tipologie di entity, l’insufficiente granularità dei dati e la mancanza di trasparenza sulle metodologie utilizzate dai fornitori di rating ESG; 
    • le entity coperte dai rating ESG, in funzione delle dimensioni aziendali, dedicano risorse ad hoc deputate alle interazioni con i fornitori di rating ESG: da questo punto di vista sono state evidenziate alcune lacune nel livello di trasparenza delle informazioni sui rating, nelle tempistiche dei feedback o nella correzione degli errori. 

I riscontri ricevuti dall’ESMA, in generale, sono indicativi di un mercato immaturo ma in crescita che, dopo alcuni anni di consolidamento, ha visto emergere un numero ristretto di grandi fornitori extra UE. 

A livello Europeo vi è unanime consenso sul principio che una maggiore trasparenza, una migliore comparabilità e una maggiore affidabilità dei rating ESG migliorerebbe l’efficienza del mercato.  

Nelle more di vedere approvati nuovi dispositivi legislativi – al fine di adeguare la conformità alle attuali normative ESG, con riferimento all’introduzione della SFDR (Regolamento UE 2019/2088), al Regolamento delegato (UE) 2021/1253 che prevede modifiche mirate alla Direttiva MiFID II (Regolamento delegato (UE) 2017/565) ed entrerà in vigore a partire dal 2 agosto 2022 – gli intermediari sono chiamati ad effettuare numerosi interventi per ottemperare a quanto previsto dalla normativa, tra i quali si citano:  

  • l’integrazione delle note informative sui contratti relativamente alle prestazioni dei servizi di Investimento e di gestione di portafogli;  
  • l’invio di una comunicazione alla clientela inerente alle suddette note informative;  
  • la pubblicazione dell’informativa ESG sul sito istituzionale dell’intermediario;  
  • la definizione di un processo interno di analisi dei prodotti di Fondi/Sicav con label ESG, a fronte del rischio di «greenwashing»;  
  • l’avvio di iniziative di comunicazione interna attraverso la produzione di newsletter;  
  • la redazione di una relazione in ambito ESG per i prodotti d’Investimento (OICR, Gestioni Patrimoniali e Polizze Assicurative);  
  • lo sviluppo dell’informativa per la Rete relativamente alle caratteristiche ESG degli OICR e degli altri prodotti in collocamento. 

In questo ambito occorre procedere alla revisione del Questionario Mifid e dei controlli di adeguatezza, affinché sia possibile raccogliere le “preferenze di sostenibilità” del Cliente, ovvero identificare i suoi obiettivi di finanza sostenibile, al fine di garantire una sempre maggiore coerenza tra l’offerta dei prodotti e le esigenze complessive degli investitori. Le attività implementative dovranno essere finalizzate a cogliere le aspettative di sostenibilità dei clienti, ovvero il valore da questi attribuito alle tematiche ESG in relazione alle prospettive di rendimento e diversificazione dei portafogli d’investimento, degli eventuali costi aggiuntivi, della coerenza tra preferenze ESG e orizzonte temporale di medio lungo periodo tipico di tali prodotti. 

A partire dal 2 agosto p.v. dunque i consulenti finanziari saranno chiamati a verificare le “preferenze di sostenibilità” degli investitori e, al fine di fornire loro le informazioni necessarie per poter effettuare scelte adeguate e consapevoli, dovranno fare affidamento anche sui rating ESG per selezionare aziende e prodotti sostenibili che rispondano alle reali esigenze dei clienti. 

CompanyOutlookRating
FINECOBANKEE+
UNICREDITEE+
BANCA GENERALIPOSEE
BANCA POPOLARE DI SONDRIOEE
BPER BANCAPOSEE
INTESA SANPAOLOEE
BANCO BPMEE
BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENAPOSEE
BANCO DI DESIO E DELLA BRIANZAEE
CREDITO VALTELLINESE EE-
MEDIOBANCA EE-
BANA MEDIOLANUMPOSE+
BANCA PROFILO E+
ILLIMITY BANKPOSE+
BANCA CARIGEE+
BANCA FINNAT EURAMERICAE
BANCA IFISE
BANCA SISTEMAE
CREDITO EMILIANOE
BANCA FARMAFACTORING PENDING
Componenti dello SE Italian Banks Index (ultimo aggiornamento giugno 2022)

Attualmente l’affidabilità dei rating ESG risulta ancora limitata dalla mancata definizione di una chiara tassonomia funzionale ad individuare in maniera più precisa i parametri da utilizzare per effettuare le valutazioni. Ulteriori criticità riguardano il fatto che i rating esistenti si concentrano per lo più sui parametri ESG dedicati all’ambiente, mentre sono scarsamente rilevanti e poco diffusi quelli che considerano anche gli aspetti sociali e di governance. Inoltre, come ha sottolineato l’ESMA, occorre che la vigilanza sui rating sostenibili venga gestita da una delle Autorità europee esistenti, per garantire una loro maggiore affidabilità. 

Numerose sono dunque le aree di incertezza che minano il funzionamento del mercato dei rating ESG e che possono ostacolarne la crescita. Tra i vari aspetti, vi è un’esigenza generalizzata di dare una maggiore disclosure circa gli obiettivi ricercati, le metriche adoperate e i processi di garanzia della qualità dei fornitori di rating. Ulteriori ambiti ove è richiesta un’operazione di trasparenza riguardano la tempestività, l’accuratezza e l’affidabilità delle valutazioni rilasciate dai fornitori di rating sostenibili. 

Allo stato attuale la normativa di riferimento è ancora incompleta, gli strumenti di ricerca ESG non hanno ancora raggiunto un adeguato grado di maturità e confrontabilità per consentire agli investitori di assumere decisioni più consapevoli ed informate. Il consulente finanziario avrà quindi un ruolo importante di educatore finanziario anche con riferimento ai temi relativi alla sostenibilità e, in una prima fase, potrà sopperire almeno in parte ai limiti intrinsechi all’applicazione dei rating ESG. 

ESG environmental social governance business strategy investing concept on modern city background.

Pertanto, le banche e gli altri intermediari finanziari devono adoperarsi per includere la sostenibilità nei loro processi decisionali di investimento, favorendo un approccio virtuoso in cui i rischi e le opportunità legate alla sostenibilità siano opportunamente soppesati. Per orientare l’economia verso traiettorie di sviluppo sostenibile, è fondamentale che gli intermediari assicurino le condizioni di corretto accesso al credito bancario, assistendo le imprese, soprattutto quelle di minori dimensioni, nei loro progetti con nuova finanza e con nuovi servizi di consulenza, integrando progressivamente i criteri di valutazione del merito creditizio con indicatori di sostenibilità.  

A cura della Divisione GRC di Consilia Business Management

 

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